Rapsodia Vigolana

Quando dalle spalle della notte, il sole inizia a vedere le cime delle Dolomiti raccoglie un arcobaleno di colori per illuminare la valle.
L’ombra si dirada e le rose assieme alle calendule si aprono al giorno raccogliendo uno spiraglio di VITA.
Scorrono le ore, all’improvviso l’ombra della sera torna a chiudere i petali dei fiori. Sulle cime rimane il bagliore del sole. Come un immenso rosario, di campanile in campanile si rincorre il suono della campana: è l’ora dell’AVE MARIA. Da lassù Maria raccoglie le speranze e le aspirazioni di ciascuno. La sentiamo vicina in mezzo a noi. Intorno a noi, c’è un silenzio che parla al nostro cuore. Il Vespro della sera raccoglie in preghiera e nei salmi troviamo Jerico, luogo dove tutto un popolo lotta per la propria libertà.
Ormai la notte avvolge le nostre contrade e nel silenzio, mano nella mano camminiamo lungo il selciato cercando il riflesso della luna.
E mentre le rose dormono, una dolce melodia sale accarezzata da un soffio di vento.
Gli sguardi si incontrano costruendo una tenerezza senza fine che ricorda la figura di Paloma innamorata senza consolazione.
Insieme si intraprende un cammino gustando l’amicizia degli altri e di qualcuno che da lassù non ci abbandonerà mai.
Aiutandoci vicendevolmente, raccontando la VITA della valle in cui VIVIAMO, sognamo con la speranza nel cuore quella valle che ci aspetta, lassù, per gustare l’amicizia vera.
Così con queste parole sembra che la storia sia finita come dice Sanmatio, ma le nostre voci e la nostra Amicizia sapranno raccontare sempre la bellezza della VITA e dello stare insieme.

L. I.

24/09/2011 (Concerto del Ventennale)